Un antico vulcano sottomarino di 50 milioni di anni rappresenta il suolo ideale per la Garganega. Il respiro delle fredde brezze notturne che arrivano dai Monti Lessini produce un’uva sana e ricca di componenti utili al vino. I vigneti per la produzione di questo vino sono situati in zona Classica ad un’altitudine di 170-210 metri slm in zona ben esposta e ventilata. La densità d’impianto varia dai tremila ai quattromila ceppi/ettaro con una resa che varia da un minimo di 1,7 ad un massimo di 3 kg/uva/pianta. Il terreno è di origine vulcanica (da qui il nome “Campo Vulcano”) che conferisce al vino una particolare mineralità e aromaticità. Una delle sensazioni dominanti poi è rappresentata dalla espressiva mineralità sui toni scuri della pietra focaia. Un carattere inconfondibile marchiato dal terroir in maniera decisiva. La vinificazione avviene in contenitori inox ad una temperatura di 18°C per 15-20 giorni con una parziale fermentazione malolattica. Elevage per sei mesi sui propri lieviti con batonage. L’imbottigliamento avviene nel mese di Marzo al quale segue un affinamento in bottiglia per 3 mesi prima della commercializzazione. Si presenta di un bel colore giallo paglierino carico, con riflessi cristallini parecchio vivaci. Al naso e al palato è intenso e persistente, ma sempre fine e fresco (in termini di ottima acidità) da non rimanere mai assuefatti. Sia al naso che al palato si rivela quasi aromatico, ma sempre tipico delle note floreali delle uve Garganega e Trebbiano di Soave con sentori inizialmente floreali di acacia e biancospino e in un secondo momento di comune frutta matura a pasta bianca. Molto piacevole nel suo complesso!

Vitigno

Un antico vulcano sottomarino di 50 milioni di anni rappresenta il suolo ideale per la Garganega. Il respiro delle fredde brezze notturne che arrivano dai Monti Lessini produce un’uva sana e ricca di componenti utili al vino. I vigneti per la produzione di questo vino sono situati in zona Classica ad un’altitudine di 170-210 metri slm in zona ben esposta e ventilata. La densità d’impianto varia dai tremila ai quattromila ceppi/ettaro con una resa che varia da un minimo di 1,7 ad un massimo di 3 kg/uva/pianta. Il terreno è di origine vulcanica (da qui il nome “Campo Vulcano”) che conferisce al vino una particolare mineralità e aromaticità. Una delle sensazioni dominanti poi è rappresentata dalla espressiva mineralità sui toni scuri della pietra focaia. Un carattere inconfondibile marchiato dal terroir in maniera decisiva. La vinificazione avviene in contenitori inox ad una temperatura di 18°C per 15-20 giorni con una parziale fermentazione malolattica. Elevage per sei mesi sui propri lieviti con batonage. L’imbottigliamento avviene nel mese di Marzo al quale segue un affinamento in bottiglia per 3 mesi prima della commercializzazione. Si presenta di un bel colore giallo paglierino carico, con riflessi cristallini parecchio vivaci. Al naso e al palato è intenso e persistente, ma sempre fine e fresco (in termini di ottima acidità) da non rimanere mai assuefatti. Sia al naso che al palato si rivela quasi aromatico, ma sempre tipico delle note floreali delle uve Garganega e Trebbiano di Soave con sentori inizialmente floreali di acacia e biancospino e in un secondo momento di comune frutta matura a pasta bianca. Molto piacevole nel suo complesso!

La presenza della vite in quest’area, risale all’età del Bronzo (1200a.C.) come testimoniano i ritrovamenti presso le palafitte del Basso Garda; inoltre, anticamente, il territorio a sud del Lago di Garda era coperto dalla “Selva Lucana” (da cui deriva il nome ‘Lugana’ ), un foltissimo bosco acquitrinoso, che nel 400 venne bonificato per volere della Serenissima Repubblica di Venezia.

Vitigno

Turbiana e Trebbiano di Lugana.